Written by 7:48 am Conegliano, Cronaca

Un caso complesso tra droga e salute mentale culmina con una violenta aggressione in ospedale

Arrestato un uomo di 24 anni senza fissa dimora
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La portineria dell'ospedale di Conegliano

Nella notte tra il 2 e il 3 novembre, un 24enne di Azzano Decimo ha compiuto un violento gesto al pronto soccorso dell’ospedale di Conegliano, aggredendo un’infermiera durante una visita medica. L’uomo, noto per problemi di dipendenza da droghe e alcol, era stato chiamato dal 118 dopo aver dichiarato di sentirsi male. Una volta in ospedale, però, la situazione è rapidamente degenerata. Il giovane, privo di fissa dimora, aveva manifestato segni di nervosismo e agitazione. La scena violenta si è verificata quando l’infermiera, durante la procedura di identificazione con l’applicazione di un braccialetto, ha involontariamente disturbato il sonno del 24enne, scatenando la sua reazione aggressiva. Il violento pugno al volto ha causato lesioni alla giovane infermiera, che ha dovuto essere soccorsa dai colleghi.

di Francesco Catania

Le autorità sono state allertate immediatamente e le forze dell’ordine sono intervenute per bloccare il 24enne, che è stato poi condotto in caserma. La vittima dell’aggressione, sotto shock e con lesioni giudicate guaribili in dieci giorni, ha sporto denuncia. Il processo contro il giovane è in corso a Treviso, con l’accusa di lesioni personali aggravate. Le indagini hanno evidenziato che il 24enne, oltre all’episodio a Conegliano, è stato coinvolto in altre aggressioni. A Mestre, ha attaccato una donna, e a Zoppola, si è barricato in casa dei genitori, costringendo la madre a fuggire. Questi fatti hanno portato all’arresto del giovane, che attualmente si trova in carcere a Pordenone. Il percorso giudiziario del 24enne include anche l’accusa di tentato omicidio nei confronti del padre e della madre, avvenuto durante un’incursione violenta nella casa familiare. La situazione complessa ha sollevato la necessità di un’attenta valutazione psichiatrica. Lo psichiatra nominato dal Tribunale, il dottor Alberto Kirn, ha concluso che il giovane è capace di intendere e volere ma soffre di un disturbo antisociale, rendendolo socialmente pericoloso. La figlia della coppia, Aurora, che ha assistito al deterioramento delle condizioni familiari, ha avanzato la richiesta di risarcimento danni per la morte della madre, avvenuta in circostanze tragiche e che ha contribuito a creare una frattura irrimediabile all’interno della famiglia. Il procedimento legale, inizialmente previsto per lesioni personali aggravate, ha ora risvolti più complessi, coinvolgendo anche l’aspetto psichiatrico del giovane imputato.

La vicenda continua a suscitare dibattiti sulla gestione delle persone con problemi di dipendenza e salute mentale, evidenziando la necessità di un approccio integrato che coinvolga servizi sociali, sanitari e giudiziari per affrontare efficacemente situazioni complesse come questa.

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Last modified: Febbraio 6, 2024
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