Written by 6:44 am Treviso, Cronaca

Scoperta frode da falsi appalti al mercato agroalimentare. Denunce e sequestri delle Fiamme Gialle

TREVISO (martedì 30 aprile 2024) – Le Fiamme Gialle del Comando provinciale di Treviso hanno concluso un’indagine nell’ambito del contrasto alle frodi fiscali e all’interposizione illegale di manodopera presso il Mercato AgroAlimentare di Padova (MAAP), rivelando la scoperta di falsi contratti d’appalto per servizi del valore di 18 milioni di euro. Questi contratti sono stati utilizzati per mascherare esternalizzazioni illecite di manodopera, coinvolta nel carico e scarico di prodotti ortofrutticoli.

di Francesco Catania

La locale Procura della Repubblica ha denunciato 30 imprenditori per somministrazione fraudolenta di manodopera, di cui due anche per emissione e utilizzo di fatture per operazioni economiche inesistenti. Inoltre, due società sono state segnalate per responsabilità amministrativa dipendente da reato, poiché le violazioni tributarie sono state commesse nel loro interesse e vantaggio dagli amministratori.

Sul fronte amministrativo, sono state irrogate sanzioni per 2,5 milioni di euro in relazione a violazioni della normativa sul lavoro. Le imprese coinvolte includono 29 aziende, tra cui due società trevigiane attive nel settore della logistica, con circa 150 lavoratori e un fatturato annuo medio di 6 milioni di euro, e 27 aziende committenti, presenti nelle province di Padova, Rovigo, Treviso e Venezia, di cui 23 operanti presso il MAAP di Padova.

Il ricavato delle operazioni è stato distribuito attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti tra le due appaltatrici, per un totale di 8,5 milioni di euro, determinando un’indebita detrazione dell’IVA per 1,4 milioni di euro. Il Giudice per le Indagini Preliminari di Treviso ha disposto il sequestro preventivo di immobili, disponibilità finanziarie, autovetture e partecipazioni societarie in relazione a questo importo.

Le indagini hanno rivelato che le due società appaltatrici, legate da un contratto di Associazione Temporanea d’Imprese (ATI), avevano il compito di fornire manodopera, aggirando la normativa a tutela dei lavoratori. Queste operazioni hanno consentito alle aziende committenti di disporre di manodopera senza vincoli e costi fissi di un contratto a tempo indeterminato.

Gli inquirenti hanno ricostruito la filiera della manodopera, dimostrando l’assenza del rischio d’impresa e dell’organizzazione autonoma delle risorse da parte delle imprese appaltatrici. I lavoratori erano diretti dai committenti finali delle società verificate, che decidono il numero di dipendenti, le mansioni, gli orari e le modalità di esecuzione. Le fatture emesse sono state considerate inesistenti per un totale di 26,5 milioni di euro, secondo gli inquirenti.

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Last modified: Aprile 30, 2024
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