Oggi, a Treviso, un cospicuo numero di lavoratori dei settori metalmeccanico ed edile ha aderito a uno sciopero nazionale, dimostrando un’adesione superiore al 70%. L’iniziativa è stata promossa da federazioni sindacali come Fiom, Uil, Fillea, Feneal, che rappresentano i lavoratori nei settori delle costruzioni e metalmeccanico.
Il grido “basta morire di lavoro!” ha sottolineato l’urgente necessità di affrontare le condizioni di lavoro precarie e di migliorare le misure di sicurezza.
di Francesco Catania
Dopo l’incidente tragico a Firenze, la questione della sicurezza sul lavoro è diventata particolarmente rilevante e ha spinto molti lavoratori a manifestare il loro dissenso attraverso lo sciopero.
Durante lo sciopero, molte fabbriche nella zona hanno visto una notevole partecipazione. Alla Breton di Castello di Godego, oltre il 70% dei lavoratori ha aderito allo sciopero, mentre alla Berco l’adesione è stata dell’80%. Anche alla Stiga, alla Stam, alla Sole di Oderzo e alla Electrolux di Susegana, l’adesione è stata significativa, con percentuali che superano il 70%.
I manifestanti hanno portato avanti diverse rivendicazioni, tra cui la denuncia delle risorse insufficienti per gli ispettori del lavoro e la medicina preventiva sul territorio. Hanno anche sollevato questioni riguardanti la deregolamentazione nella catena degli appalti e il problema del lavoro clandestino.
Enrico Botter, segretario generale della Fiom Cgil di Treviso, ha dichiarato che è necessario un cambiamento sostanziale per garantire luoghi di lavoro sicuri e salubri, senza il timore della perdita dell’occupazione e dei bassi salari. La richiesta di maggiore attenzione alla sicurezza sui cantieri è emersa come uno degli obiettivi principali del movimento sindacale.
