Treviso, 24 maggio 2024 – Due studenti musulmani di una scuola media trevigiana sono stati esonerati dallo studio della Divina Commedia di Dante Alighieri. La decisione, sollecitata dai genitori, ha acceso un acceso dibattito sulla libertà di espressione, i confini dell’integrazione e il ruolo della scuola nella trasmissione dei valori culturali.
di Daniele Hemmanuel Pitzalis
Al centro della controversia alcuni passi dell’opera dantesca che, secondo le famiglie degli studenti, offenderebbero la religione islamica. In particolare, viene contestata la rappresentazione di Maometto nell’Inferno (Canto XXVIII), descritto come seminatore di discordia.
La scelta della scuola di esonerare gli studenti ha sollevato diverse critiche. Il professor Alberto Pezzè, ex insegnante, ha sottolineato l’importanza del dialogo interculturale e del rispetto reciproco. A suo parere, l’episodio rappresenta un cedimento all’oscurantismo e rischia di limitare la libertà di insegnamento.
Altri invece hanno difeso la decisione, sostenendo il diritto delle famiglie di tutelare l’educazione religiosa dei propri figli. Il caso ha acceso i riflettori su questioni complesse e delicate, che richiedono un confronto aperto e costruttivo per trovare soluzioni condivise.
Last modified: Maggio 24, 2024