Lo spritz è uno dei cocktail più versatili che si possano trovare, conosciuto in mille versioni e ricette. Infatti questo cocktail, inserito anche nella lista ufficiale dell’IBA ovvero l’International Bartender Association dal 2011 con la variante a base di Aperol, affonda le proprie radici alla fine del secolo XVII.
di Domizia Di Crocco
Questa bevanda, cinosciuta come spritz è diventata così popolare tanto da essere ormai simbolo d’italianità, consumato e richiesto nei bar di ogni parte del mondo.
Un’abitudine ben radicata che si porta dietro storia e varianti diverse in tutto il Veneto altro non è che il classico bicchiere di vino bianco fermo “spruzzato” con acqua gassata, seltz o soda.
Nasce nel lombardo-veneto durante la dominazione austriaca, grazie all’usanza dei soldati di allungare i vini bianchi del territorio con un po’ di acqua frizzante, proprio per compensare il grado alcolico. Infatti il termine spritz, derivare dal tedesco spritzen che vuol dire proprio spruzzare, a ricordo di questa abitudine di aggiungere acqua o seltz alla bevanda.
La sua diffusione si ha successivamente con la nascita del sifone, capace di erogare acqua ad elevate atmosfere quindi più gasata, andando ad aumentarne la percezione palatale.
Piano piano questo modo di bere, semplice, immediato e a disposizione di tutti, prende piede nell’area del nord Italia, soprattutto in Veneto.
con l’avvento del rito dell’aperitivo iniziano a nascere le rivisitazioni dello spritz, utilizzando anche il bitter che gli conferisce il classico colore rosso o arancione.
Lo spritz negli anni dunque evolve e cambia forma, con varianti diverse a seconda della zona.
Anche l’abitudine di usare vino bianco fermo sembra perdersi a favore del Prosecco che dona maggiore frizzantezza. Con delle variabili: se a Venezia infatti si usa il Prosecco, a Padova vino bianco frizzante, mentre a Treviso il tocai friulano.
Ma non scompare l’abitudine di bere alla vecchia maniera: chiedendo semplicemente vino bianco e un po’ di acqua gassata, da accompagnare con i classici cicheti veneti o i tramezzini.
Volendo applicare una visione ad ampio raggio, quella di bere vino bianco sporcato è una abitudine che si è conformata in altre regioni del nord Italia. Chi viaggia non può non notare che nel bresciano si beve il Pirlo (vino bianco fermo, Campari e acqua frizzante), mentre a Milano c’è l’abitudine di chiedere un bianchin sprüzà (bianco frizzante e Bitter Campari).
Spruzzato è un termine che ancora oggi si può ritrovare in Piemonte e contraddistingue lo spritz versione sabauda con vermouth, seltz e ghiaccio, mentre in Liguria era piutosto comune il biancoamaro, ovvero una spruzzata di vermouth in un calice di vino bianco.( Fonte, ricerche culinarie nel mondo)
Tag: spritz