Nel 2013, la tranquilla città di Treviso è stata scossa da uno scandalo che ha rivelato l’impressionante buco finanziario di North East Services (NES), l’azienda di vigilanza di Luigi Compiano. Ciò che sembrava un impero finanziario solido è diventato il palcoscenico di milioni di acquisti, finanziati non dai profitti dell’azienda, ma dai soldi degli investitori fiduciosi, ignari del crollo finanziario che li attendeva.
di Francesco Catania
Compiano, una figura rispettata nella società trevigiana, ha accumulato un tesoro incredibile nel corso degli anni, acquistando non solo veicoli di lusso, imbarcazioni, e oggetti di vario genere, ma anche beni più insoliti, come film per adulti. Questo tesoro, apparentemente ottenuto attraverso acquisti impulsivi, era sostenuto dai depositi di chi sceglieva di affidare i propri fondi a NES, considerando il nome Compiano come una sorta di assicurazione.
Il caso NES è stato il masso gettato nello stagno della fiducia trevigiana, un luogo che si vantava di un tranquillo vivere, dove il vedere, sentire e parlare includeva implicitamente il “non dire”. Nessuno avrebbe mai immaginato che dietro le facciate rispettabili della NES, Compiano nascondesse un debito miliardario. Per la città, questo scandalo è stato tanto significativo quanto lo scandalo Veneto Banca per il Veneto.
Compiano, figlio del fondatore dell’azienda, Arnaldo Compiano, una figura rispettata nella comunità e nel panorama politico locale, è cresciuto da una piccola azienda di vigilanza a un gigante del settore con acquisizioni in tutto il Nord Italia. Nessuno sospettava che dietro agli uffici, ai portavalori e ai servizi di vigilanza ci fosse una voragine finanziaria. Nel 2013, la Finanza ha effettuato perquisizioni scoprendo il tesoro accumulato da Compiano e il buco finanziario di 104 milioni di euro.
La Finanza ha rivelato una lunga lista di creditori, tra cui lo Stato, l’Inps, le banche, i dipendenti senza il loro TFR, le farmacie senza i pagamenti per i medicinali, e molte altre imprese che avevano subito perdite a causa del collasso finanziario di NES. La lista dei crediti totali alla fine dell’inchiesta ammontava a 72 milioni di euro.
Il nome Compiano, che in passato era sinonimo di fiducia e solidità finanziaria, è diventato il centro delle conversazioni, sia per coloro che avevano subito perdite che per coloro che si erano fatti suggestionare dal suo nome. Nel 2013, la città ha assistito a sequestri, perquisizioni, proteste e la fuga dei vigilanti rimasti senza lavoro. Luigi Compiano, dopo aver assistito alle perquisizioni a casa sua, è sparito temporaneamente, riapparendo solo per le udienze legali.
Nel tentativo di risarcire i creditori, Compiano ha venduto tutto, inclusa la sua collezione di auto che è stata esposta in un intero capannone della Fiera di Milano e venduta per 47 milioni di euro. Questi fondi sono stati destinati a Stato ed enti, ma non sono stati sufficienti per soddisfare i grandi creditori. L’impero finanziario che sembrava inossidabile si è sgretolato, lasciando dietro di sé un’eredità di scandalo e tradimento nella tranquilla comunità trevigiana.