Modigliano Veneto, Treviso ( giovedì 11 aprile 2924) – Senza ombra di dubbio stiamo parlando di uno degli scrittori di maggior caratura del Novecento Italiano nonostante la popolarità spesso prende strade opposte come è accaduto a Giuseppe Berto.
di Domizia Di Crocco
Il romanzo “Il cielo è rosso” merita un’attenzione particolare perché nonostante sia stato molto apprezzato risulta escluso dalle antologie formative, ignorato dalla critica, a prescindere dai premi ottenuti durante la sua carriera come scrittore (Premio Campiello, Viareggio e Bancarella).
In un breve sunto biografico Berto frequentò Liceo di Treviso e l’Università di Lettere di Padova, insegnò, per poi arruolarsi nella Milizia per la Sicurezza Nazionale interessato alla guerra in Etiopia a partire dal 1935.
Nella Seconda Guerra Mondiale come giovani fascisti, si unì al Battaglione Camicie Nere dei fedelissimi a Mussolini, acquisendo la fama di traditore e questa stigmatizzazione creò asset distruttivi alla sua carriera da scrittore .
Nel 1943 venne osteggiato dall’esercito degli Stati Uniti ed isolato in una prigionia del Texas: qui iniziò a comporre il suo primo romanzo, Il cielo è rosso, pubblicato nel 1947 da Longanesi che lo rese vincitore del Premio Firenze. Il libro ottenne un successo esponenziale internazionale, tant’è che Hemingway ne riconobbe il valore letterario.
Una volta rimpatriato e tornato alla sua città natale, Berto iniziò a farsi conoscere dal pubblico, da cui ottenne inizialmente importanti riconoscimenti.
Nel merito di una sinossi “ il cielo è rosso” narra di quattro ragazzi che cercano di sopravvivere alla guerra dei tremendi bombardamenti subiti dalla città di Treviso e la conseguente distruzione.
L’anteprima del libro inizia con la descrizione della zona trevigiana, con connotazioni paesaggistiche, della città sotto assedio: una narrazione neorealista, capace di far arrivare al lettore la sofferenza morale degli italiani veneti nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
Sono stati tanti i salotti letterari frequentati dai grandi letterati dell’epoca, tra cui Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini, con cui Berto ebbe occasioni di confronto rimasto tale: lo scrittore trevigiano rimase sempre ai margini della scena intellettuale, snobbato dalla critica e dal pubblico.
La sua vicenda, così come le sue opere, risultano tutt’ora incredibilmente attuali e moderne. Un plauso a Giuseppe Berto per la sua produzione artistica con un invito a leggere alcune delle sue opere, così vicine e rappresentative delle zone trevigiane.
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Last modified: Aprile 13, 2024