Vittorio Veneto , Treviso ( sabato 20 aprile 2024) – Il borgo è un luogo del cuore che colpisce per la sua architettura e per la sua memoria ancora molto presente e sentita da chiunque osa entrarvi.
di Domizia Di Crocco
È situato tra le attuali via Daniele Manin, via Lorenzo Da Ponte e via Beniamino Labbi . Ancora oggi è riconosciuto Ghetto perché fu per un lungo periodo occupato da una comunità ebraica.
Nel 1597 a Ceneda gli ebrei vennero chiamati a rapporto dal Vescovo Marcantonio Mocenigo, a fronte una richiesta ufficialmente titolata a Missier Isdrael Hebreo da Conegliano ed ai suoi eredi per un’ apertura di un banco dei pegni al fine di contribuire ad aiutare i bisognosi con prestiti e credito vista la incombente crisi economica presente in quel momento storico.
Di conseguenza a tale incarico nacquero delle ostilità nei confronti degli ebrei, per via della loro intraprendenza negli affari: venivano visti come una minaccia.
Nel merito di tali vicissitudini si arrivò ad proprie richieste espresse di l’espulsione finché nel 1768 venne proibito loro il commercio di biade e vini, divieto revocato già due anni dopo.
La comunità andò via via stabilendosi in questa zona, dove già dal 1607 è documentata la presenza di una sinagoga privata .Successivamente la stessa venne spostata nell’edificio all’angolo tra le attuali via Da Ponte e via Manin, per poi venire inaugurata da un rabbino di Venezia nel 1790.
Tuttavia la sinagoga aveva funzioni dinamiche e flessibili fino al 1949, per poi essere smontata negli anni ’50 e nel 1964 essere domiciliata con tutto l’arredo al Museo d’Israele di Gerusalemme: alcuni oggetti vennero ceduti al Museo Israelitico di Venezia.
Nel 1857 la comunità ebbe l’onore di avere un proprio cimitero, ancora oggi esistente in via Cal de Prade, a sud di quello cattolico.
Gli ebrei progressivamente diminuirono nel corso del Novecento, per poi scomparire del tutto dopo la seconda guerra mondiale.
Sulla facciata del porticato dei magazzini del ghetto, visibile da via Manin, è murata una lapide che riporta in lettere ebraiche e latine un versetto della Bibbia, mentre sotto un’altra minunziosa lapide riporta la data 1771 e il monogramma del proprietario GC (Giacobbe Conegliano).
Per dovere di cronaca un piccolo aneddoto carico di particolari ricorda che nella comunità ebraica di Ceneda nacque nel 1749 Lorenzo Da Ponte, il librettista di Mozart, figlio di Geremia Conegliano e di Anna Cabiglio , di nome Emanuele. Nel 1763 la famiglia si convertì al cristianesimo ed Emanuele fu battezzato dal Vescovo Lorenzo Da Ponte e ne assunse il nome con la celebrazione del rito cattolico.
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