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Cercasi abito da sposa in prestito: la cultura del riuso a Treviso

Treviso (Mercoledì 12 marzo 2025) — É grazie a Marta Feletto, originaria di Jesolo, che questa cultura del riuso degli abiti da sposa ha potuto radicarsi anche in Provincia di Treviso. L’iniziativa nasce in Umbria presso il Monastero di Santa Rita da Cascia, dove le suore già da diversi anni, raccolgono abiti da sposa donati da donne che hanno ricevuto una grazia, per metterli a disposizione di altre future spose, che non possono permettersi di acquistare un abito nuovo; in cambio? Un’offerta volontaria il cui ricavato verrà utilizzato per sostenere le attività del monastero e le sue iniziative di aiuto verso i bisognosi. 

di Melania Pulizzi

Come tutte le donne, Marta sognava un matrimonio da favola, ma non avendo le possibilità economiche per acquistare un abito bianco, ha trovato chi si incaricasse di prestarglielo a costo zero: quindici anni fa durante una visita al Monastero di Santa Rita da Cascia, Marta scoprì la valorosa iniziativa, dalla quale è rimasta talmente colpita che, una volta tornata a casa decise di proporre l’idea ad un frate della sua zona e, in collaborazione con la Caritas parrocchiale di Paese (TV), hanno subito raccolto di buon grado la sua proposta di creare un “atelier caritatevole ed ecosostenibile”, situato presso l’abitazione di una volontaria: con un catalogo di quasi duecento abiti, da quelli tradizionali ai più eccentrici, con taglie comprese dalla 38 alla 52, ogni abito è messo a disposizione di tutte le donne, senza alcuna distinzione, che siano al primo o al secondo matrimonio, civile o religioso; il servizio di noleggio prevede in cambio solo un’offerta da donare alla Caritas e che il vestito venga restituito lavato. Marta Feletto esprime delle considerazioni in merito alla sua iniziativa: “La motivazione principale che spinge le persone a donare è che hanno piacere che il loro abito riviva con qualcun altro. L’identikit delle persone che scelgono di usufruire di questa possibilità è vario in realtà, una buona parte arriva perché non ha la possibilità e cerca di poter avere un bell’abito, ma c’è chi lo fa per scelta e preferisce devolvere il denaro che destinerebbe all’abito a qualche altro progetto. Chi viene da noi non andrebbe sicuramente ad acquistarlo in negozio, anche se la nostra è comunque un’economia circolare perché chi ci dona gli abiti li ha acquistati a propria volta”.

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Tag: , Last modified: Marzo 12, 2025
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