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“Cento giorni di successo” per Neuralink, secondo Musk. Ma è proprio così?

Il primo impianto umano del chip Telepathy di Neuralink parrebbe avere qualche piccolo problema, non grave, ma a cui bisogna prestare attenzione: la velocità con cui gli impulsi cerebrali viaggiano sembra stia rallentando.

di Daniele Hemmanuel Pitzalis

Sono passati ormai più di tre mesi da quando Noland Arbaugh si è sottoposto per primo all’innesto del chip Telepathy. Abbiamo visto tutti il suo video mentre gioca a scacchi usando solo il pensiero. Lui stesso afferma di poter giocare tutta la notte a Civilization.

Elon Musk, vulcanico e visionario fondatore di Neuralink, non trattiene il suo entusiasmo: “Successful 100 days with first human implant of @Neuralink” scrive su X. Ma le cose non sembrano andare proprio così. Procediamo con ordine.

Chi è Noland Arbaugh?

Noland è un ragazzo di 29 anni, ex atleta, originario dell’Arizona. 8 anni fa, in seguito a un’immersione, subisce un incidente che lo rende tetraplegico, paralizzato dal collo in giù. Alla fine di gennaio diventa il primo paziente a sottoporsi all’innesto di Telepathy, il chip “miracoloso” della Neuralink di Elon Musk.

Cosa è Telepathy?

Telepathy, al momento, è un chip che viene impiantato all’interno del cervello e serve a comunicare con altri device esterni, come un pc, un mouse, un controller, un telefono o addirittura un arto meccanico, soltanto col pensiero. Funge da interfaccia uomo-macchina, permettendo così di mettere in comunicazione il cervello umano con il device.

Tale chip, secondo i suoi ideatori, in un futuro prossimo consentirà di restituire una vita normale a tutte le persone affette da disabilità: il chip dovrebbe bypassare le parti del cervello danneggiate, consentendo così l’uso di varie forme di arti o altri organi artificiali, come per esempio un occhio artificiale o un orecchio, entrambi nella fase di progettazione all’interno della stessa Neuralink.

In un impeto di visionarietà, o delirio di onnipotenza, Musk si è spinto addirittura oltre, accennando alla possibilità di creare una fusione tra l’intelligenza umana e quella artificiale, ma non solo.

Ma ora, passati 100 giorni dall’innesto del chip all’interno del corpo di Noland Arbaugh, come stanno procedendo le cose? Bene, ma non benissimo.

Noland infatti può sempre usare il mouse del proprio computer con il pensiero, ma pare che non riesca a farlo con la stessa velocità dei primi tempi, e nemmeno con la stessa precisione.

Ciò sarebbe dovuto al fatto che i diversi filamenti che collegano il chip agli elettrodi, i quali si interfacciano poi col tessuto celebrale, si stiano ritirando, riducendo così, di fatto, la velocità del segnale dato dall’impulso cerebrale.

Tutto questo non si era palesato nei test sugli animali fatti precedentemente? A quanto pare no. Nonostante paia che circa 1500 animali siano morti per far si che Telepathy potesse essere testato finalmente su un cervello umano, il loro sacrificio non avrebbe messo in luce il fatto che i fili si possano ritrarre.

Tale ritrazione parrebbe essere causata dallo “spostamento del cervello all’interno dello spazio intracranico” come afferma il dottor Eric Leuthard, neurochirurgo della Washington University School of Medicine di St Louis, il quale aggiunge anche che al momento non si sa nemmeno quanto il cervello umano si sposti all’interno della scatola cranica.

Gli animali su cui sono stati eseguiti i test, prevalentemente maiali e primati, hanno un cervello più piccolo rispetto a quello degli esseri umani, quindi non hanno mai evidenziato grandi spostamenti.

Alcune aziende rivali, come per esempio la Paradromix Inc., affermano che avere fili che si ritraggono non è normale, e che tale “malfunzionamento” potrebbe essere causato anche dall’aria intrappolata nel cranio di Arbaugh durante l’intervento chirugico.

Quale che sia la verità, al momento non sembra che Noland corra dei rischi, ma Neuralink potrebbe pensare anche di rimuovere l’impianto. Intanto sono già al lavoro per risolvere il problema.

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Last modified: Maggio 10, 2024
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