La comunità si stringe nell’attesa di giustizia mentre il pubblico ministero presenta la richiesta di ergastolo per Mohamed Boumarouan, l’assassino confessato di Adriano Armelin. La difesa invoca una riqualificazione del reato, aprendo un dibattito acceso sulla natura del crimine. La sentenza è posticipata al 22 marzo, lasciando Pieve di Soligo in una tensione palpabile.
L’aria della sala d’udienza è carica di tensione mentre il pubblico ministero Giulio Caprarola presenta la sua richiesta di ergastolo con isolamento diurno per due mesi al termine dell’arringa dell’accusa nel processo contro Mohamed Boumarouan. L’83enne pensionato, Adriano Armelin, residente a Pieve di Soligo, venne brutalmente ucciso nella sua casa di via Schieratti il 25 marzo 2022 da Boumarouan, un 37enne marocchino irregolare e senza dimora.
di Francesco Catania
Il drammatico evento ha scosso la comunità di Pieve di Soligo, portando oggi, 19 febbraio, alla richiesta di una pena severa per il suo assassino confesso. Il processo è caratterizzato da un dibattito accalorato tra l’accusa e la difesa, rappresentata dall’avvocato Filippo Viaggiano, che invoca la riqualificazione del reato in omicidio preterintenzionale o volontario non aggravato.
Il 25 marzo 2022, Boumarouan, sotto l’effetto di cocaina e ubriaco, irruppe nell’abitazione di Armelin, causando una tragedia irreversibile. Le analisi del sangue rivelarono lo stato alterato del suo aggressore al momento dell’omicidio. L’accusa sostiene che il 37enne abbia compiuto un atto efferato, legando la vittima e infliggendo 29 colpi alla testa, al torace e all’addome con un oggetto di vetro trovato in casa.
La storia dell’assassinio si dipana con Boumarouan che, inizialmente, si intrufolò nell’ex officina di elettrauto annessa alla casa di Armelin, cercando di saccheggiare il locale e forse anche la vecchia auto Volkswagen Polo della vittima. Tuttavia, i rumori sospetti attirarono l’attenzione dell’anziano, che scese le scale e si scontrò con il ladro all’ingresso. Da qui, l’escalation dell’orrore che culminò con la morte di Armelin.
La difesa di Boumarouan, oltre a negare alcune delle aggravanti, cerca di escludere il reato di tentata rapina e propone la riqualificazione in omicidio preterintenzionale o volontario non aggravato. La Corte d’Assise ha rinviato l’udienza al 22 marzo per le eventuali repliche e la pronuncia della sentenza, mentre la comunità di Pieve di Soligo resta in attesa di giustizia per la tragica perdita di Adriano Armelin.