Treviso (Martedì, 1 Aprile 2025) — Venerdì 28 Marzo, Magnitudo 7.7, slittamento della crosta terrestre di circa 6,5 metri, a 20 km di profondità su una faglia lunga probabilmente oltre 550 km. Strade, campi squarciati, ponti e palazzi crollati, migliaia di persone sotto le macerie e ancora troppo poche purtroppo quelle estratte vive. La città di Mandalay, nel cuore del Myanmar ed epicentro del sisma, è completamente distrutta nel corpo e nell’anima.
di Melania Pulizzi
Un terremoto così impattante che il suo sciame sismico si è esteso fino ai Paesi limitrofi come la Tailandia e il Bangladesh, ma anche fino in Cina e in India. La sfortuna di Mandalay è quella di essere nata proprio lungo una delle più importanti faglie del Myanmar, ovvero quella di Sagaing, attiva e lunga ben 1200 km, che rappresenta un pericolo per tutta la Regione e questa volta lo è stato davvero, provocando un’emergenza sanitaria e sociale gravissima. Ma come si può ripartire dopo un’evento così devastante e con la stagione dei Monsoni alle porte? Sul posto il responsabile dei progetti in Asia per Caritas Italiana, Beppe Pedron, ci comunica che per una ricostruzione saranno previsti minimo 5 anni, senza contare la presenza della guerra civile nel Paese che perpetua ormai da tempo a causa di conflitti interni dovuti alla coabitazione di tante etnie diverse al suo interno. La Caritas del Myanmar KMSS si è immediatamente attivata per le operazioni di soccorso, in coordinamento con il Governo militare e la Caritas di Mandalay, per un piano di valutazione e una risposta rapida dei bisogni, anche se sarà molto difficile riuscire a quantificarli. Ad ogni modo, Caritas Italiana sta seguendo minuto per minuto la situazione per poter organizzare una rete di aiuti concreti con tutte le Caritas del territorio italiano, compresa Caritas Treviso.