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Malasanità Treviso: pioggia di risarcimenti ai pazienti dell’Ulss 2 

Treviso (Venerdì 7 Marzo 2025) — Ammonta a oltre 1 milione di euro la cifra che l’Azienda Sanitaria Ulss 2 deve sborsare a causa di ripetute responsabilità omesse nei confronti di alcuni suoi pazienti: una risale al 2020, altre sette risalgono a fine dello scorso anno e una recente, tutte riguardo la sfera d’invalidità permanente, ritardi diagnostici e errori.

di Melania Pulizzi

L’Ulss 2 ha autorizzato il pagamento dei risarcimenti, ma il Direttore generale, Francesco Benazzi, ci tiene a spiegare quanto segue: “La cifra di risarcimento richiesta è in linea con quello che la nostra azienda paga ogni anno. A tal proposito, bisogna considerare che il nostro è un hub di livello provinciale ed extra-provinciale. Molto spesso queste iniziative riguardano conseguenze invalidanti generate da interventi svolti d’urgenza. Purtroppo la medicina non una scienza perfetta, soprattutto quando si opera in condizioni di emergenza, su più traumi e situazioni molto difficili. Il medico nei confronti del paziente ha un obbligazione che in quel momento non è di risultato ma di mezzi. Per fare un esempio, solo nel reparto di Chirurgia 1 dell’Ospedale Ca’ Foncello (TV), nel 2024 sono stati effettuati oltre 1800 interventi. E sommando anche gli altri ospedali della provincia il numero cresce esponenzialmente. I contenziosi, dunque, rispetto alle migliaia di prestazioni garantite dall’Ulss 2, sono una quota marginale. E c’è da aggiungere che spesso al Ca’ Foncello giungono pazienti anche da fuori provincia. Si fa sempre il massimo per salvare la vita alle persone, ma possono esserci danni collaterali, che consentono agli avvocati, in base alla legge, quando viene dimostrato un certo grado di invalidità permanente, di agire a livello civile. La nostra azienda, in presenza di un danno biologico, può eventualmente risarcire”. 

Parole sincere, ma molto forti da parte del Direttore Benazzi, soprattutto nell’ultimo punto dove fa riferimento a danni collaterali sul paziente, tali da fargli avviare procedimenti civili e, aggiungerei, anche legali, come è successo alla famiglia di un 70enne morto nel 2018 per complicanze dovute a un intervento di sostituzione della valvola aortica, purtroppo tardivo. I familiari della vittima, affidandosi al Legale, Giovanni Dal Poz, sono riusciti a ottenere un risarcimento complessivo di 800 mila euro (25% a carico dell’Ulss e 75% a carico dell’Ospedale) in quanto, anche  secondo il Giudice, l’errore è stato fatto dai sanitari per la mancata prescrizione di adeguati accertamenti diagnostici al paziente: sia per una prima protesi valvolare aortica innestata all’uomo nel 2005 e che aveva provocato già alcune complicazioni, e la presenza nel 2013 di un «soffio diastolico», sintomo eloquente di un’insufficienza aortica che avrebbe dovuto indurre i medici a prescrivere un’ecocardiogramma transesofageo, anche negli anni a venire. “L’approfondimento era essenziale per valutare l’entità dell’insufficienza aortica”, convalidano i periti incaricati dal Tribunale. Alla luce di questo, la sentenza di primo grado è già diventata esecutiva.

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Tag: , Last modified: Marzo 7, 2025
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