Annunciato dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini durante un question time alla Camera la scorsa settimana, martedì 28 maggio il decreto riguardante i dispositivi di rilevazione della velocità sarà ufficialmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il provvedimento, che entrerà in vigore a partire dai primi di giugno, mira a regolamentare in modo preciso l’uso e la collocazione degli autovelox. Tutti i comuni dovranno adeguarsi alle nuove normative.
di Daniele Hemmanuel Pitzalis
Cosa cambia Il decreto introduce diverse misure che cambieranno significativamente l’uso dei rilevatori di velocità. Tra le principali novità, è previsto che gli autovelox siano segnalati con largo anticipo: almeno un chilometro prima fuori dai centri abitati (strade extraurbane), 200 metri prima nelle strade urbane di scorrimento e 75 metri prima in tutte le altre. Inoltre, dovranno esserci distanze minime tra i dispositivi in base al tipo di strada (urbana o extraurbana) per evitare multe seriali nello stesso tratto. Questa modifica punta a garantire maggiore trasparenza e a limitare l’uso indiscriminato dei rilevatori di velocità. L’installazione degli autovelox sarà decisa dai prefetti, ai quali i sindaci dovranno rivolgersi per ottenere l’autorizzazione. I dispositivi potranno essere posizionati solo in aree con un alto tasso di incidenti, dove è difficile o impossibile contestare immediatamente le infrazioni a causa delle condizioni strutturali della strada. Ciò significa che i comuni dovranno dimostrare ai prefetti che gli incidenti in una determinata strada sono causati dalla velocità e richiedono quindi l’installazione di autovelox mobili.
Limiti di velocità Il decreto stabilisce che la velocità rilevata dagli autovelox sarà parametrata a quella prevista dal codice della strada per ciascuna tipologia di strada, come i 50 km/h nei centri abitati. Quindi, niente più autovelox per velocità inferiori ai 50 km/h in città. Sulle strade extraurbane, come dichiarato dal ministro Salvini, i dispositivi potranno essere usati solo per ridurre la velocità di non più di 20 km/h rispetto al limite previsto dal codice della strada. Questa scelta è motivata dall’intenzione di utilizzare gli autovelox in modo mirato, ad esempio vicino a scuole, asili o ospedali, evitando rilevatori di velocità senza una reale esigenza di sicurezza.
Omologazione e multe Il decreto precisa che l’uso di dispositivi a bordo di veicoli in movimento senza contestazione immediata è consentito solo quando non è possibile collocare postazioni fisse o mobili. In generale, però, gli autovelox a bordo delle auto delle forze dell’ordine devono essere chiaramente riconoscibili. I sindaci avranno un anno di tempo per adeguare i dispositivi alle nuove normative: durante questi 12 mesi le multe saranno ancora valide, sebbene soggette a possibili ricorsi. Il decreto non risolve la questione dell’omologazione degli autovelox: finché non verrà sanata la questione degli apparecchi “solo approvati ma non omologati”, tutte le multe emesse con questi dispositivi saranno a rischio di ricorso.
Il commento Mario Conte, sindaco di Treviso, ha commentato così la notizia: «Le nuove regole mirano a evitare inutili esborsi per i cittadini. Stop a più autovelox nello stesso tratto stradale e stop anche alle improvvise riduzioni dei limiti di velocità, che dovranno essere graduali e segnalate per tempo», spiega Conte. «Per quanto riguarda l’omologazione degli autovelox, al centro di numerosi contenziosi qui a Treviso, verrà introdotto un altro decreto legge dopo l’approvazione del nuovo Codice della Strada, che equiparerà l’omologazione all’autorizzazione ministeriale. Fino ad allora, tutti i rilevatori autorizzati dal Ministero saranno considerati omologati e rimarranno attivi. A Treviso, da domani, cambierà poco: resteranno attivi i velox fissi lungo la tangenziale, mentre tutte le colonnine (box arancioni) presenti in città saranno attive solo in presenza di una pattuglia della polizia locale».
Last modified: Maggio 27, 2024