Da Monigo a San Lazzaro ed ex Appiani. Attorno al centro storico i ricoveri di fortuna degli invisibili, immigrati e non: «Non c’è altro posto»
Scene straordinarie di disagio abitativo emergono nella città di Treviso, un racconto dettagliato delle condizioni dei senzatetto, sia italiani che immigrati, sparsi tra tende e improvvisati rifugi nei garage. L’emergenza casa si manifesta nei luoghi più inaspettati, dalla rotonda di San Lazzaro al parcheggio interrato dell’Appiani, rivelando una realtà fino ad ora poco visibile.
di Francesco Catania
Uno sguardo sotto il cavalcavia di San Lazzaro rivela una tenda coperta da un telone di plastica blu, identificata come la “Porta della pace” sotto il cavalcavia della tangenziale. Un uomo anziano, senza dimora, ha scelto questo luogo come rifugio, rifiutando aiuti e assistenza. La tenda, priva di luce, bagno o protezione significativa, è un fragile abitacolo, nascosto sotto l’ombra del traffico circostante.
Nel campo verde accanto all’impianto sportivo della Tarvisium, tre stranieri vivono in tende allestite senza preoccuparsi di nascondersi. La visibilità potrebbe essere un modo per far conoscere la loro esistenza e la difficile situazione in cui si trovano. Senza alcun comfort, tranne qualche coperta, tavolino, e avanzi di cibo, la loro condizione è estremamente precaria, con il bagno improvvisato tra gli alberi.
Il parcheggio interrato della Cittadella delle Istituzioni, spesso occupato da migranti senza documenti, è diventato un rifugio sotterraneo, con parti trasformate in stanze con teloni e stracci. Questo luogo, crocevia di vite senza una casa, è una scena surreale di disperazione e vulnerabilità.
Senzatetto trovati a dormire nella lunetta delle mura, sotto portici di palazzoni e persino sotto la luce dei lampioni nel centro della città. Questi racconti svelano la presenza sempre più visibile di persone che, seppur estranee l’una all’altra, condividono la difficile realtà dell’essere senza dimora, spesso invisibili agli occhi della società.